“Già, il coraggio, cos’è?
A me era sempre parso
la forza di superare
la propria indicibile paura.”
Tiziano Terzani
Nell’aprile del 2018 mi è stata comunicata la seconda diagnosi di cancro metastatico.
La parte più brutta è stata l’attesa, aspettare di conoscere quale strada dovessi percorrere.
Vagavo.
Ero stordita interiormente da pensieri rumorosi, in balia di moltissime immagini fugaci e transitorie, piuttosto energiche.
Non riuscivo inizialmente a fermarmi all’essenziale. Ma come potevo percepire la voce del cuore se risiedevano frastuono, dispersione, in funzione alle proiezioni mentali? Era inutile richiedere disciplina mentale, ancora non mi conoscevo realmente. Tutto questo poteva nascere solo dal cambiamento dall’azione del cuore. Negli ultimi due anni avevo vissuto nella povertà interiore, avevo alimentato una diffusione di abitudini mediocri, per stare nella zona comfort.
La carenza di una ricerca interiore portava a svolgere azioni familiari. Parlavo con le labbra, ma il cuore era spento. Non stavo andando oltre i miei cinque sensi. Senza rendermene conto, stavo mettendo in pausa la vita. La mia vita. Percezioni ed emozioni stavano diventando confuse, imprecise, sfuocate. Stavano perdendo vitalità, stavo smarrendo la via. Ma soprattutto coglievo solo in parte le situazioni.Sembra bizzarro ma il Cancro dentro di me ha fatto scattare il “click”. Sono rimasta giorni a riflettere, cercavo chiarezza, un linguaggio senza convenzionalismi o frasi fatte. Il vero e unico lessico andava ricercato attraverso il vocabolario delle mie emozioni.
Avevo bisogno di pormi delle domande.
Il primo interrogativo è stato: “Ho coraggio di vivere con responsabilità la mia vita?”
La seconda domanda: “Quando le situazioni si ripresentano, riappaiono e ricompaiono nella nostra vita, ci sarà probabilmente qualche cosa da esaminare in modo nuovo?” (a questa domanda dedicherò un altro post).
Nessuno poteva prendere il mio posto. Solo io ero l’unica responsabile. Ho analizzato quanto mi fosse successo fino alla diagnosi e con la conoscenza delle mie qualità da utilizzare e con le carenze da rivedere. Potevo ripartire da me, solo sviluppando una relazione di autenticità con me stessa: apertura, disponibilità e accoglienza verso ciò che stavo provando. Il cambiamento al principio ha originato sofferenza perché dovevo lasciare il conosciuto per l’incertezza. Quando in realtà, se ci pensiamo bene, niente può essere mai certo. La verità è che senza il coraggio non esiste una vita piena. Non potevo fermarmi. Il Cancro è un grande ostacolo, anzi non uno, bensì il grande ostacolo. Insuperabile. E di fronte a questo arresto si vorrebbe scappare o cancellare. Quanta fatica!
Fino a quando ho compreso il segreto: l’amore autentico, trovandolo nel coraggio di essere responsabile. Mi sono interrogata da cosa derivasse la parola coraggio: deriva dal latino cor habeo, aggettivo derivante da cŏr, cŏrdis (cuore) e dal verbo habere (avere).
Essere coraggioso significa avere cuore. “Il Cor-aggio è l’agire del cuore”.
Prendere consapevolezza impaurisce. Credo non basti sapere di cosa si stia parlando, conoscere nel dettaglio o meno la malattia. Inevitabilmente è giusto andare oltre la patologia. Perché siamo altro.
Il coraggio di assumersi la responsabilità è quello di saper condurre e non farsi gestire dai macigni, significa rispondere direttamente a delle conseguenze, fare delle valutazioni consapevoli e non lasciarsi trasportare dagli eventi. Questo tipo di coraggio include forza e centratura. Il coraggio di impegnarsi ad essere responsabili semina nella voglia di influire costruttivamente, questo fa la differenza. Agire in maniera coraggiosa significa entrare in una zona non colorata e significa essere umani, non eroi. Coraggio vuol dire scegliere di vivere pienamente anche se questo vuol dire attraversare la paura. La paura è un’emozione, conoscerla permette di lasciarla fluire, esprimendo gratitudine di essersi mostrata a noi. Sapevo quanto da quel momento mi sarei trovata di fronte a moltissime incertezze, ho scelto di agire motivata. Vivere non sarebbe bastato perché avrei attivato un aviatore inconsapevole, senza cognizione, ma questo sarebbe stato uno spegnermi anticipatamente. La vita degna di questo nome è quella piena di coraggio.
Vuol dire anche sapere che tutte le risorse di cui abbiamo bisogno sono dentro e non fuori, e nei momenti confusi, invece di lamentarsi, occorre trovare tutte le risorse, sapendo di essere completi.
Il coraggio si esprime anche attraverso quella parte di noi che sa accogliersi, confortarsi e rassicurarsi quando ci si sente tristi.
Ogni giorno mi chiedete come ho fatto e come faccio a vivere con la malattia: come vedete non ci sono formule magiche, è differente conoscere muovendosi dentro alle esperienze anziché rimanere sospesi.
Passare tramite la realtà, applicarla alla vita di tutti i giorni, mettere tutto questo al servizio di noi stessi, per noi stessi, credo sia il modo più efficace per dare un valore a quello che siamo.
Vi assicuro che è il più bel viaggio abbia intrapreso. Ogni giorno la vita stessa mi indica la direzione.
#BePositive: la vera rivoluzione è il coraggio di vivere
ClaudiaSun